C’era una volta a Sovizzo

Caro lettore,

sappi che questo non è l’inizio di una fiaba o l’incipit di un romanzo romantico, ma solo un episodio di una saga a puntate che continua ad andare regolarmente in scena anche al giorno d’oggi.

C’era una volta a Sovizzo, più o meno in concomitanza con la caduta del muro di Berlino, da qualche parte alla periferia di Vicenza ed entro i confini di una zona industriale suburbana, una minuscola officina di 400 mq. all’incirca.

In quei modesti locali, un gruppetto di giovani sgobboni entusiasti visionari iniziò a lavorare sotto la bandiera di una società appena fondata chiamata Revimac Srl.

L’idea alla base dell’intera storia viene dal motto che un venditore italiano giramondo (una specie di soldato di ventura) raccolse da un vecchio bucaniere olandese-americano, che suonava più o meno così: “nella tua spazzatura c’è il mio denaro!”.

Questo prosaico concetto, applicato all’ambiente dell’industria del vetro di quei bei vecchi tempi, significava entrare in possesso di formatrici I.S. dismesse e riportarle a nuova vita per farle ricominciare a soffiare bottiglie di vetro giorno e notte e magari fare soldi con questo business.

L’idea è stata in qualche modo “venduta” al management di un gruppo industriale italiano, che dopo qualche titubanza l’ha sponsorizzata ed alla fine ha dato il via libera per iniziare l’attività.

Dopo circa 32 anni, si può affermare a buon diritto che la visione originale non era poi così sbagliata, dal momento che la storia continua ancora adesso e che la maggior parte delle persone dell’industria del vetro nel mondo sa chi è Revimac oggi.

La fotografia allegata a questo ricordo mostra lo staff di quei primissimi giorni a Sovizzo e, che ci crediate o no, quattro membri del “mucchio selvaggio” originale sono ancora lì più vivi e vegeti che mai.

Il “sosia di Che Guevara” raffigurato all’estrema sinistra, che indossa una salopette verde lurida ma a suo modo elegante, non è altro che il signor Revimac in persona, alias Rolando Bajo, l’iconico socio fondatore e attuale boss dell’azienda che, nonostante gli acciacchi e l’usura del tempo, è ancora la vulcanica forza trainante di tutta quanta la baracca. Deus ex machina!

Sullo sfondo, che sporge il capo dalla folla ed a stento riconoscibile, c’è Roberto Sandri, detto anche il “re del deposito rottami”. In effetti, è l’unica persona che può aiutarti a trovare rari pezzi di antiquariato difficili da scovare nascosti da qualche parte nel cimitero delle macchine IS. Il rabdomante della ghisa rugginosa!

Al centro del gruppo, alcuni buoni e fedeli clienti del Sud-est Asiatico che vennero con il famigerato giramondo per ispezionare la loro macchina IS appena ricostruita prima della spedizione.

L’ultimo prima dell’ultimo ragazzo sulla destra, in odore di beat generation è Daniele Rigolon, alias “Mr. Dadi & Bulloni”, che conosce  persino il tipo di filettatura dell’ultima vite della dannata macchina IS. Lo stesso vale per tubi e raccordi. La I.S. Wikipedia in carne e ossa!

Alla fine del gruppo, quello che esibisce una scandalosa acconciatura rockabilly, è il mitico Beppe Grolla. Lui stesso non riesce a ricordare tutte le definizioni e i soprannomi che ha raccolto in decenni di eccezionale servizio in tutto il mondo, quando si fiondava in stile uomo-ragno da un feeder all’altro. Per me, “la Piovra di Mers les Bains” è quello che gli si addice di più. Inarrivabilmente tentacolare!

Continua….

Dalla “Spoon River non-sense anthology” del Revimac Ghost Writer.

Post by Revimac Revimac